mercoledì 29 aprile 2009

Milano o cara!


Ogni volta che il treno imboccava il tunnel della stazione Centrale, per me era come tornare a casa, scendevo in preda a una dolce frenesia, quasi volavo verso il parcheggio dei taxi, anche se spesso mi concedevo una lunga passeggiata fino alla casa degli zii. Loro vivevano in una vecchia casa di ringhiera, popolata da personaggi fantastici, quasi mitologici, che parevano usciti da un libro di Daniel Pennac, non avrei potuto desiderare di meglio.
Mia zia mi accoglieva con un gran cabaret di dolci, che aveva preparato all'alba, mi chiedeva se avevo fatto colazione e, senza ascoltare la risposta, correva nel cucinino a prepararmi un tazzone di caffelatte. Ci riunivamo intorno al tavolo, per scambiarci le prime notizie: come era andato il viaggio, il treno era in orario, come stavano i miei...intanto io mangiavo quelle delizie, per nulla imbarazzata dal fatto che fossi l'unica a rimpinzarmi, anche se lo zio ogni tanto rubacchiava un dolcetto, facendomi l'occhiolino.
Esauriti i convenevoli e anche buona parte dei dolci, passavo il resto della giornata con mia cugina, dovevamo aggiornarci sulla scuola, i ragazzi e lo shopping e inventarci nuove avventure, per il periodo in cui mi sarei fermata da lei. Se era estate passavamo i pomeriggi in piscina, una piccola vasca sovraffolata, a due passi da casa, li l'acqua era sempre gelida, anche in agosto, ma chi ci faceva caso all'epoca? In inverno invece pattugliavamo il centro: San Babila, piazza Duomo, la Galleria, la Scala... Guardavamo le vetrine fino a farci dolere gli occhi, con la bramosia disperata di chi sa che non si potrà mai permettere nulla di tutto quel ben di Dio. Eppure non eravamo infelici, gioivamo di ben altre gioie, compresa quella di avere un futuro davanti e infinite possibilità.
Ora gli zii non ci sono più, la casa è stata venduta, il futuro diventa passato a una velocità insostenibile e le possibilità si assottigliano senza sosta, però ho la grande consolazione di aver vissuto quel periodo e di conservarne memoria.

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