mercoledì 3 giugno 2009

Un sogno verde


E se alzo lo sguardo vedo il cielo, di una bellezza che sento di non meritare, eppure nell'atto stesso di coglierla, mi commuovo e la fermo in una foto solo per me, per il mio cuore, per quando sarà stanco, un po' di cielo non potrà che fargli bene.

A volte i sogni si avverano, compreso quello di sentirmi in armonia con la natura e le sue ronzanti creature, compreso quello di fare una passeggiata, che passo dopo passo diventa una sfida con me stessa, compreso quello di vincere la sfida...E così i sogni che appaiono come realtà sfuocata, all'improvviso diventano concreti, profumano di fiori e colorano la nostra vita.

venerdì 29 maggio 2009

A.A.A. principe azzurro cercasi


Questo week end sarà sicuramente meno eccitante di quello che lo ha preceduto, meno chilometri, meno caldo, meno soldi, meno shopping. No non mi dispiace, amo la pace e sono pigra, mica mi posso strapazzare così tutti i fine settimana!

Le rose nella fontana...sono nel giardino della Chevre D'Or di Eze Village, un albergo tres chic, con una vista mozzafiato sulla Costa Azzurra, semplicemente il paradiso.
Oggi non ho voglia di fare niente, me ne starei tutto il giorno al fresco, a leggere e sorseggiare acqua e sciroppo d'acero, invece devo ancora lavarmi i capelli e stirare i panni...davvero non ne ho punto voglia, no no!
Un principe azzurro mi salvi all'istante da questo destino crudele e mi porti sul suo destriero da Fragonard.
...
...
...
Allora!?!
Ok mi arrendo.

giovedì 28 maggio 2009

I'm back!


Cucù! Rieccomi qua, dopo tanti giorni di assenza ne avrei di cosine da raccontare. Dunque...potrei iniziare dalla domenica pomeriggio passata in campagna con gli amici, oppure il viaggetto in Francia con relativo shopping+sole+mare+GranPremio di Monaco e che dire della giornata trascorsa a dormire?
Ma la vera novità è che mi sono messa a dieta, non so dove, ho trovato il coraggio di salire sulla bilancia(rotta), che c'è a casa del mio babbo, la buona notizia è che segna sei chili in più del dovuto, la cattiva è che i chili di troppo sono comunque tanti. Credo di avere pazienza sufficiente per buttarli giù dalla torre uno dopo l'altro, senza ammorbare il blog di post sulla frustrazione e le privazioni, o, peggio, stilando noiosissimi, quanto inutili diari alimentari, anche perchè, disordinata come sono, finirei col fare un gran pasticcio.

venerdì 15 maggio 2009


Alcune di noi, sorelle, passano la vita come piccole api impazzite, alla ricerca del nettare migliore, senza mai trovarlo, altre si fermano sul primo fiore di farfara, certe che non saranno in grado di trovare nulla di meglio. Ciò che ci lega è la profonda infelicità, che scaturisce dall'insoddisfazione e il senso di colpa, che ci fa vivere con vergogna la nostra situazione.
Se ci ritirassimo tutte in convento il mondo finirebbe, anzi, non il mondo, ma l'umanità, siamo sicure che ciò sia male?

Tu ti rendi conto quando la persona che hai accanto è infelice, se la ami, fai di tutto perchè ritrovi la gioia di vivere. Appunto...se la ami...

Dream big!


Ho spostato la poltrona davanti alla finestra, vedo sfrecciare le auto sull'asfalto bagnato, inizio a contarle, ma smetto subito, è un passatempo alienante. Sul davanzale ho appoggiato un libro, una penna, una Moleskine e una tazza di tè, non so a che scopo, visto che ho troppo sonno, anche solo per pensare e ricomincio a contare le macchine.
Sul vialetto è parcheggiata da giorni una Panda verde, è un vecchio modello, ha la vernice scrostata e in alcuni punti si vede la ruggine, conosco il proprietario, un brav'uomo, che si prodiga per la famiglia, sempre affettuoso con i bambini, spesso, per risparmiare, va a lavorare in bicicletta. Anche oggi, nonostante la pioggia, è partito sulla bici, un po' traballante, per via dell'ombrello enorme che reggeva con una mano.
Il tè si raffredda, la copertina della Moleskine ha delle piccole crepe e gli angoli si sfogliano, aprendosi a ventaglio, mamma mia che sonno! Lascio tutto dov'è e mi butto sul letto sfatto, così come sono,con tutti i vestiti, chiudo gli occhi, solo cinque minuti...

mercoledì 13 maggio 2009

Cenerentola


Mi piacciono molto le scarpe iper femminili, quelle col tacco vertiginoso e i laccetti alla caviglia, purtroppo non sono in grado di portarle, ma faccio di peggio...in realtà calzo quasi esclusivamente gli orridi ciabattoni di plastica colorata. Quanto di meno elegante l'uomo abbia potuto concepire, ma di una comodità che ne giustifica la bruttezza, almeno per me!

martedì 12 maggio 2009

Quello che ti meriti


Appena finito di leggere e già ne comincio un altro della stessa autrice, ma non voglio scrivere del libro, piuttosto di ciò che mi ha ispirato il titolo: "Quello che ti meriti".
Ecco cosa ci meritiamo? Io cosa mi merito dalla vita? Non ne ho la più pallida idea, anche perchè farsi questa domanda, comporta il rischio di confondere i meriti con le speranze, bisogna fare un grande esercizio di onestà e obbiettività, mica facile!

lunedì 11 maggio 2009

Il sale della vita



La mia adorazione smodata per i dolci, non mi impedisce di coltivare una passione insana per il sale, odio i cibi sciapi e, grazie anche a internet, sto scoprendo un nuovo modo di concepire la salatura dei cibi. Oddio nuovo solo per me, che a mala pena conoscevo il gomasio, il sale rosa dell'Hymalaia e quello grigio dell'Atlantico...La mia ultima frontiera è il sale Danese affumicato, semplicemente fantastico, per me, che passando vicino al banco dei formaggi, annuso l'aria con voluttà, per catturare l'aroma della scamorza affumicata. Stasera l'ho voluto provare sull'uovo di un croque madame, ma so già che studierò altri abbinamenti meno scontati.
Intanto parte la caccia al fleur de sel de Guérande, spero di trovarlo e di non dovermi ipotecare un rene per pagarlo!

Io l’ho cercata sopra il colle
La mia piccola ribelle
Stava invece in casa tua
O bambola
Con me viveva sotto il sole
A nutrirsi di parole
Quando mai la rivedrò
O bambola
Si dice in giro che la tieni male
Come fai
Mandami a dire se è vero
Corro a prenderla
E se l’hai vista intorno al fiume
Per le strade sulla neve
Pensaci e fammela
Una ipotesi
Si dice in giro che la tieni male
Come fai
Mandami a dire se è vero
Corro a prenderla
Dicono che si è fatta brutta
Questo non mi va
Mandami a dire se è vero
Corro a prenderla
L’abbellirò con nastri rosa
Fiori gialli tra i capelli
Riderà incredula
O bambola
Riderà incredula
O bambola
Riderà incredula
O bambola

Per una bambola – Patty Pravo -1984


Lunedì bucato


Giorno di bucato, splende il sole e un venticello complice promette panni asciutti in poco tempo; come non approfittarne?
Intanto navigo in questo mare infinito, cogliendo spunti, ma ho la testa vuota e una gran sonnolenza.
Uff!

Fine settimana

Sabato siamo andati a Milano, un po' di shopping rende la vita(e il portafoglio) più leggera, di ritorno, abbiamo fatto tappa a Vigevano, dove ogni tanto ci concediamo una pizza lussuosa in uno dei più bei locali della città. La pizza è quella tradizionale napoletana, soffice, con i bordi rialzati e la pasta è deliziosa, si cena in uno scenario spettacolare, all'aperto, in una delle più belle piazze d'Italia: piazza Ducale
Per le via del centro si snodava un mercatino di prodotti tipici delle varie regioni, ho lasciato il cuore sul banchetto del sud Tirolo, dove, tra formaggi, speck e pani ai semi, mi sarei spesa una fortuna, se avessi fatto "la brava" a Milano!Pazienza sarà per la prossima volta, intanto ho scattato qualche foto, anche se il cielo era grigio e la luce scarsa, peccato, mi sarebbe piaciuto fare quattro passi dopo cena, ma ha cominciato a piovere e la macchina era parcheggiata distante, naturalmente l'ombrello era al riapro in auto.


Domenica siamo stati a una esposizione canina, era prevista anche una gara di agility, che non abbiamo visto, perchè la polvere e la lanugine dei pioppi ci hanno fatto scappare prima.










venerdì 8 maggio 2009

Profumo di fiammiferi


L'odore di fiammifero, curioso riscoprirlo preparando un piatto semi-crudo!
Complice l'enorme pila di panni da stirare, che ho lasciato crescere in modo irresponsabile, oggi non potevo stare troppo ai fornelli. Previdentemente qualche giorno fa ho acquistato un avocado, oggi è arrivato il suo momento: in una ciotola ho riunito l'avocado a dadini, i pomodori datterini, l'aglio a fettine, qualche fogliolina di basilico spezzettata a mano; li ho legati insieme con un filo di olio d'oliva extra vergine di Sicilia, una macinata di sale rosa e una di pepe nero e ho aspettato una mattinata che facessero conoscenza. Nel frattempo ho stirato lo stirabile, meditando sul tipo di pasta da sposare a un condimento crudo, ma ricco. Hanno avuto la meglio le tagliatelle all'uovo, sia perchè è uno dei tipi di pasta che preferisco, sia perchè cuoce rapidamente.
Da due settimane sto chiedendo a mio marito di comprarmi l'accendigas...nell'attesa uso un pacchetto di fiammiferi che ho trovato in fondo a un cassetto, adoro quel profumino di zolfo che si sprigiona, sfregando la capocchia sulla parte ruvida della scatolina! In genere mi sbruciacchio pure l'indice, fa parte del rito.

giovedì 7 maggio 2009

Verde speranza

(Foto by Noname)
Capitano di tanto in tanto dei periodi "no", a volte senza motivo apparente, altre perchè la vita ti mette davanti al dolore e ti dice:-Arrangiati-.
Vorrei riuscire a dominare la paura, che invece domina me e vivere le esperienze man mano che si presentano. Non mi riesce, pazienza!
Caspita non mi ero accorta di quanto è tardi, devo preparare il pranzo e caricare la lavatrice, rifare il letto e programmare il resto della giornata, va beh...

lunedì 4 maggio 2009

I ricchi e i poveri


A me il denaro non fa schifo, però non ho nessuna intenzione di sbattermi troppo per guadagnarlo, accetto solo ciò che mi piove dal cielo o giù di li. Men che meno posso tollerare l'idea di accumulare soldi, così, per avidità, io vorrei essere ricca per spendere, mica per sentirmi le spalle coperte, anche perchè l'unica cosa che, secondo me, copra veramente le spalle nella vita, è l'amore e quello fortunatamente è gratis.

Essere poveri è una vera schifezza, tutto è un problema, non puoi dare nulla per scontato e, se pure non si rischia di morire di fame, comunque anche una semplice cura diventa un lusso. Per uscire dalla povertà non basta lavorare, occorre avere fortuna, o un talento speciale, che poi anche quello è una gran fortuna.

Un soffio di primavera


Tutto ciò che mi piace ha a che fare con l'oscurità: il colore nero, l'inverno, i paesi scandinavi, le storie di vampiri...possiedo un animo crepuscolare. Eppure sono affascinata anche dalla tenerezza delle tinte pastello, dalla delicatezza della vita che rinasce in primavera, tante piccole creature arrivate a colorare il mondo. Come non essere pervasi da un senso di gratitudine?

C'è il bucato da stendere, la torta da infornare, tante piccole incombenze, che reclamano attenzione, come famelici pulcini in un nido, e mi ritrovo questa energia sconosciuta, che solo la stagione e un vago senso di appartenenza all'universo, possono avermi regalato.
Meglio così.


(Foto by Noname)

Noname vs natura



Tutto comincia con l'occasione di un week end lungo, mare, montagna, collina, giornate di sole e voglia di stare un po' all'aria aperta. Per me si tratta di una voglia inconsueta, preferisco stare in casa e, se proprio devo uscire, prediligo i paesaggi urbani, ma stavolta no...stavolta mi sono sentita stranamente in sintonia con la natura, al punto da sentire il bisogno di immortalare l'incontro.

Certo l'asfalto è rassicurante, rispetto alle insidie nascoste tra l'erba alta, però a volte trovo il coraggio, laddove di solito dimora la fobia e in barba agli insetti, sono riuscita a scattare qualche foto.

sabato 2 maggio 2009

Teddy Bear-Veronika Nagy


Mio caro blog eccomi qui, ti ritrovo ogni giorno, come un vecchio amico fedele, mi regali la sensazione di essere tornata adolescente e di scrivere le pagine di un diario quasi segreto.
Oggi siamo stati al mare: caldo, folla, confusione, sono molto stanca stasera, anche gli occhi mi fanno male, eppure ti cerco sempre, anche a costo di scrivere banalità senza fine.
Il mare era splendido, la spiaggia già attrezzata con le cabine dipinte di fresco, le sdraie e gli ombrelloni puliti e la sabbia, morbida da calpestare. Ci siamo riposati un po' su una panchina nei giardini, all'ombra e al profumo di un gelsomino fiorito; sotto un cespuglio, due piccoli merli, tutti saltelli e pigolii, scoprivano il mondo e venivano nutriti dalla madre.
La passeggiata era gremita di venditori ambulanti, per lo più senegalesi e cinesi, a un certo punto è arrivata una donna maestosa, accompagnata da una bambina, trascinavano una specie di trolley, una volta aperto si è sprigionato un aroma di cibo speziato, che contrastava quello dolce del gelsomino, era il segnale, in un attimo si sono radunati intorno alla donna tutti i venditori, per consumare il pranzo.
Ora sono davvero troppo stanca, comunque non c'è poi molto altro da raccontare, se non che ho passato un'altra bella giornata e di questo ringrazio.

venerdì 1 maggio 2009

Primo maggio


Gita in campagna, o meglio, sulle alture dell'entroterra ligure, in una splendida giornata di sole. Di ritorno, tappa alla fiera del primo maggio.
Tanto la prima era un tripudio di luce, colore e profumi della primavera, quanto la seconda è stata il trionfo della porchetta e della scarsa dimestichezza col sapone, inevitabile nella calca essere investiti dai terribili miasmi! Ma oltre alle prevedibili bancarelle di paccottiglia, c'era anche la fiera del bestiame, molto carina, tanti polli, pulcini, conigli, mucche, maiali, tacchini e faraone; li l'odore non era proprio profumo, ma non mi dispiace l'odore degli animali. I più buffi erano i maiali, indifferenti al pigolare senza sosta dei loro vicini pennuti, se ne stavano sdraiati uno sull'altro a sonnecchiare, muovendo pigramente le orecchie per scacciare le mosche.
Buon primo maggio!

giovedì 30 aprile 2009

St. Barista-Paul Schulenburg


Da quanto tempo stava li, a fissarla, mentre si muoveva leggera dietro il bancone del bar?
Lei sorrideva ai clienti, preparava caffè, mesceva bibite e liquori, scambiava qualche parola e continuava a sorridere, anche nei rari momenti in cui il locale era vuoto. Il suo non era un sorriso vuoto, di circostanza, era piuttosto l'espressione beata di chi sta facendo il lavoro per cui è nato, lei era nata per fare la barista.
Faceva freddo per essere aprile, ci pensò, infilando le mani gelate nelle tasche del giubbotto. Per quanto ancora si sarebbe fermato a guardarla, prima che lei lo notasse e incominciassa ad agitarsi? Non era preoccupato, non avrebbero potuto dirgli niente, non stava facendo nulla di male: era fermo sul marciapiede, di fronte alla vetrina di un bar, il marciapiede era abbastanza ampio, la sua presenza non ostruiva il passaggio e non disturbava i clienti, che neanche ci facevano caso. Ma lui non la voleva spaventare, per via del suo aspetto, non che fosse particolarmente brutto, questo no, ma era scuro, poco pulito, indossava gli stessi abiti da settimane. Certo avrebbe potuto lavarsi e chiedere a sua madre dei vestiti puliti, era quello che si riprometteva ogni volta; ma quando rietrava a casa la sera, era troppo stanco per pensare di farsi una doccia e la madre troppo ubriaca, per aver provveduto al bucato. Il pensiero della madre gli procurò un brivido di ribrezzo. Si vergognava di sua madre, delle condizioni in cui vivevano e anche di se stesso, che non era riuscito a cambiare vita e seguiva lo stesso destino dei suoi genitori. Ma che cazzo! Non era colpa sua, quando uno ci nasce sfigato...
E poi mosse un poco la mano destra, affondandola nella tasca, oltre il buco nella fodera. E tastò il coltello. Eccolo, stava li al sicuro, al buio, dove nessuno poteva vederlo. Gli dava sicurezza, anche se, in caso di bisogno, non sarebbe stato semplice estrarlo dalla fodera, camminando, avrebbe potuto spostarsi senza che lui se ne accorgesse. Doveva dire alla vecchia di riparare la tasca.
Nel frattempo la ragazza era sparita nel retro, ne uscì dopo qualche istante, reggendo secchio e spazzolone, si avvicinava l'orario di chiusura, doveva darsi da fare con le pulizie. Quanto gli sarebbe piaciuto fermarsi a guardarla, mentre lavava il pavimento, ma ormai in giro non c'era più nessuno, avrebbe dato troppo nell'occhio. Così incassò la testa tra le spalle, tirò su col naso e si avviò verso casa.

Cartoon


Nel mondo dei cartoni animati tutto è possibile, il malcapitato di turno esce dalle situazioni più cruente un po' ammaccato, ma salvo. Guardi, ridi e te ne dimentichi, sarà così anche per i bambini? Soprattutto per quei bambini i cui genitori hanno trovato nella televisione una tata a buon mercato? Non lo so.

Odio i notiziari, tutti, cos'è il giornalismo? Qualcuno me lo spieghi per favore.
Qualcuno mi spieghi il compiacimento di fronte alla catastrofe, le cassandre che predicono, anzi invocano, epidemie e carestie, come fossero gli auguri di Natale, da mandare un po' a tutti, che non si offenda nessuno. Ho spiato più di un'espressione delusa tra gli speaker dei telegiornali, alla notizia che in Italia non è ancora arrivata l'influenza suina. Ricordo con orrore le stragi di polli nelle aie delle cascine, forse abbiamo bisogno di qualche vittima sacrificale e non vediamo l'ora che si scateni una nuova pestilenza, vera o presunta, per accattivarci la benevolenza del divino, di cui abbiamo meritato il castigo.
Siamo convinti di stare in un cartone animato?

mercoledì 29 aprile 2009

Primavera in cucina


Non me ne volere se a un mazzo di fiori, preferisco un fascio di erbe aromatiche, magari con qualche spiga di lavanda, della malva e del gelsomino, che, si, sono fiori, ma non li lascerò morire in un vaso, li userò per preparare qualcosa di buono.
Mi piace tanto cucinare con i fiori, soprattutto i dolci, ma anche allestire una semplice insalata, per deliziare tutti i sensi e portare a tavola la bellezza della natura.
Non mi piacciono le decorazioni elaborate, nonostante il mio avatar sia un bentobox alquanto zoomorfo, preferisco la grazia semplice e rotonda di una foglia di valeriana, o quella pungente della rucola, la sontuosità senza ostentazione di una teglia di lasagne al forno o la cremosità pudica di un semolino cotto nel brodo di pollo.

Nel forno sta cuocendo una strana crostata di mele. La base è di farina autolievitante, zucchero, burro e un poco di acqua calda, sopra le mele a fettine sottili, cosparse di zucchero e fiori secchi di lavanda, è pronta in mezz'ora, più un minuto sotto il grill, per caramellare lo zucchero.

Milano o cara!


Ogni volta che il treno imboccava il tunnel della stazione Centrale, per me era come tornare a casa, scendevo in preda a una dolce frenesia, quasi volavo verso il parcheggio dei taxi, anche se spesso mi concedevo una lunga passeggiata fino alla casa degli zii. Loro vivevano in una vecchia casa di ringhiera, popolata da personaggi fantastici, quasi mitologici, che parevano usciti da un libro di Daniel Pennac, non avrei potuto desiderare di meglio.
Mia zia mi accoglieva con un gran cabaret di dolci, che aveva preparato all'alba, mi chiedeva se avevo fatto colazione e, senza ascoltare la risposta, correva nel cucinino a prepararmi un tazzone di caffelatte. Ci riunivamo intorno al tavolo, per scambiarci le prime notizie: come era andato il viaggio, il treno era in orario, come stavano i miei...intanto io mangiavo quelle delizie, per nulla imbarazzata dal fatto che fossi l'unica a rimpinzarmi, anche se lo zio ogni tanto rubacchiava un dolcetto, facendomi l'occhiolino.
Esauriti i convenevoli e anche buona parte dei dolci, passavo il resto della giornata con mia cugina, dovevamo aggiornarci sulla scuola, i ragazzi e lo shopping e inventarci nuove avventure, per il periodo in cui mi sarei fermata da lei. Se era estate passavamo i pomeriggi in piscina, una piccola vasca sovraffolata, a due passi da casa, li l'acqua era sempre gelida, anche in agosto, ma chi ci faceva caso all'epoca? In inverno invece pattugliavamo il centro: San Babila, piazza Duomo, la Galleria, la Scala... Guardavamo le vetrine fino a farci dolere gli occhi, con la bramosia disperata di chi sa che non si potrà mai permettere nulla di tutto quel ben di Dio. Eppure non eravamo infelici, gioivamo di ben altre gioie, compresa quella di avere un futuro davanti e infinite possibilità.
Ora gli zii non ci sono più, la casa è stata venduta, il futuro diventa passato a una velocità insostenibile e le possibilità si assottigliano senza sosta, però ho la grande consolazione di aver vissuto quel periodo e di conservarne memoria.

martedì 28 aprile 2009

La zuppa calda non fa i miracoli e un dipinto di Janet Hill



Ho una fame tremenda, oggi, presa da un paio di impegni noiosi, ho dimenticato di fare merenda e adesso, nonostante la zuppa di melanzane, ho ancora appetito. Credo proprio che stasera cederò alla tentazione di bicchiere di latte caldo, miele di lavanda e un paio di biscottini al cioccolato, magari riuscirò ad addolcire gli incubi feroci, che ogni notte mi aspettano al confine del sonno.
Secondo me gli incubi sono brutti, ma non sono cattivi, se riuscissi a non fermarmi alle apparenze, forse scoprirei che sono amici, che tentano di comunicarmi qualcosa di importante, che nella veglia mi sfugge.
Mi sfuggono un sacco di cose, per distrazione, superficialità, mancanza di memoria, a volte le riacciuffo al volo, ma più spesso vanno irrimediabilmente perse.

Buona notte.

Angst Essen Seele Auf. Essere felici non è sempre un piacere...


Questo post vuole essere un omaggio a Rainer Werner Fassbinder e al tempo stesso un omaggio alla mia gioventù, scivolata via, non si sa come, tra i fotogrammi dei suoi film e il vento e gli umori del porto di Genova.
Recentemente sono stata paragonata a una bolla di sapone, credo che l'immagine mi si addica, anche se non penso di possederne la trasparenza, ma la fragilità e la leggerezza senz'altro.

Ciò che non dovrebbe mai accadere è accaduto, ho permesso alla paura di dominarmi, non ho fatto attenzione e il vento ha portato un piccolo seme nel mio giardino. Il seme della paura è resistente, può dimorare sotto uno strato di terra, senza acqua ne luce, per molto tempo, e alla prima occasione propizia infestare tutto il terreno, senza che si possa fare nulla di veramente efficace per liberarsene.

48580


Stanotte ho sognato di trovarmi in compagnia di amici in un seminterrato, quando, a un certo punto, abbiamo percepito una violenta scossa di terremoto e siamo dovuti fuggire. Con noi c'erano dei bambini, cercavamo di mantenere la calma per non spaventarli.
Il terremoto l'ho vissuto anni fa, una scossa non violentissima, ma sufficiente a sollevare il pavimento sotto i piedi e a crepare l'intonaco in tutto l'appartamento, alcune abitazioni del centro storico sono state sgomberate e gli abitanti trasferiti in una casa popolare, dove tuttora risiedono.
Stamane riflettevo su quanto rende la mia vita vivibile: la musica, in miei libri, la televisione e perfino i miei adorati belletti, tutte frivolezze, che in un istante posso essere spazzate via, sepolte sotto i calcinacci. Non riuscivo nemmeno a pensare a quelle vite recise dalla violenza della natura e dall'incuria e la cupidigia dell'uomo, no, lo ammetto, a loro non ho pensato, non ce l'ho fatta; è stato più semplice per me, pensare a quelle povere cose distrutte, abbandonate sotto alla polvere, irrecuperabili e misere, alla gioia che avevano donato a chi, magari per poco, le aveva possedute.
Il titolo del post è il numero attraverso il quale è possibile effettuare donazioni per i terremotati d'Abruzzo, sia da telefonia fissa(due euro) che da mobile(un euro); non potendo contare su uno stuolo di lettori, lo ritengo comunque un valido promemoria.
Perchè sia restituita al più presto ai sopravvissuti la dignità di una casa da riempire di vita.

lunedì 27 aprile 2009

Tsunami


Stavo seduta da ore, avevo i muscoli indolenziti, ero diventata una statua di carne, avrei voluto sciogliere quella tensione tremenda, quanto avrei voluto...
Nel reparto c'era rumore, l'andirivieni delle infermiere, i rapidi voli rasoterra dei medici, lo sferragliare dei carrelli degli inservienti, il lamento regolare di una vecchia nella stanza accanto, i campanelli delle camere, lo squillo dei telefoni, il brusio degli accompagnatori. Pezzi di frasi, captati senza parere, parole che volevano essere rassicuranti, racconti di quotidianità protetta, l'ira repressa, lo spavento, la morte.
Da tutto questo non sono riuscita a proteggerti, perchè volevi bere fino in fondo l'amaro calice, chi mi potrà perdonare?
Poi un'infermiera è uscita, scandendo il tuo cognome, ci siamo riscosse, tra il sollievo della fine dell'attesa e lo sgomento per la sentenza che di li a poco sarebbe stata pronunciata. Le mie gambe irrigidite si riufiutavano di muoversi, mentre tu quasi correvi verso l'ambulatorio, trovai insensata quella fretta.
Non voglio parlare di ciò che accadde dopo, ancora non me la sento, non posso, anche se è una storia che mi racconto tutte le sere, prima di dormire, scriverlo la renderebbe più tangibile, forse ancor di più di quando questi fatti si svolsero nella realtà, arrivando come un'onda di tsunami a distruggere le nostre vite.

Le parapluie


Le giornate di pioggia si susseguono, confondendo i ricordi, in un'unica corsa tra pozzanghere sempre più grandi e capelli zuppi d'acqua da asciugare, appena entrati in casa.
Poca luce e se non fosse per il verde sfacciato delle piante, si direbbe un autunno piovoso.
Chissà perchè sento la necessità di parlare del tempo, come a voler aggiornare un ipotetico lettore sulle condizioni meteo della mia città, mah...
In genere si parla del tempo per rompere il ghiaccio, per uscire da un silenzio imbarazzante o per offrire uno spunto a una persona troppo timida.
Un altro argomento che tratto volentieri è il cibo, ne parlo più di quanto ne cucini e meno di quanto ne consumi, perciò mi guardo bene dall'aprire un blog food, mentre ne leggo assiduamente alcuni, pregevoli per i contenuti, che spaziano oltre la mera trascrizione di ricette e, spesso, hanno un corredo fotografico di tutto rispetto.
Sono quasi le undici, fra poco mi dovrò mettere ai fornelli, per inventarmi qualcosa di commestibile, preferibilmente non letale e con un sapore che non ricordi l'acqua delle pozzanghere, che anche oggi ho evitato con maestria, zigzagando con agilità insperata.
Plog!

domenica 26 aprile 2009

In vino veritas


Ho sempre considerato Angel di Thierry Mugler un profumo squisito, ma dozzinale, a causa dell'inflazione di effluvi emanati in suo onore, da pelli non troppo adatte. Ogni pelle "risponde" a un profumo in maniera diversa, non lo sto dicendo io, i "nasi" più qualificati lo dicono, dunque...di cosa stiamo parlando?

Ogni volta che inizio un nuovo post ho in mente un argomento, ma la tentazione di andare fuori tema è talmente forte, che cerco di esorcizzarla nelle prime righe, perciò, addio Angel, di cui, per altro, profumo in questo momento. In realtà mi piacerebbe scrivere di uno degli scopi di questo blog e lo faccio in compagnia di un bicchierino di Porto tawny, in attesa di potermi permettere un vintage.
Credo che ogni blog abbia uno scopo, anzi molteplici scopi, alcuni noti, altri destinati a nuotare sotto il pelo dell'acqua, o nelle profondità abissali del subconscio dell'autore. Uno dei miei scopi è conservare memoria di questi giorni che sto vivendo, nell'apparente apatia di una depressione post-lutto. Immagino si tratti di una fase di transizione, un lungo ed accidentato percorso sull'argine del mio personale Acheronte, alla disperata ricerca di un guado. Già, cerco un guado e non un traghettatore, semplicemente perchè i medici mi fanno paura, non mi fido di chi immerge le mani nei visceri delle persone o, peggio, nella psiche.
Un altro scopo di questo blog potrebbe essere: trovare le risposte. Non ricordo più in quale film, ma tenderei ad escludere Karate Kid e Il Nome della Rosa, ho sentito questa frase:-Le risposte che cerchi sono in te- Bah! Però vale la pena provare, se non altro per rileggere le castronerie che mi frullavano per la testa in questo momento, quando sarò un'aziana bisbetica e tiranna.
E spero proprio di poterla diventare una odiosa vegliarda mezzo rimbambita, che trova pace solo guardando i giovanotti, col suo bicchierino di Porto di quinta unica.

Riflessioni davanti al frigorifero


Quanta acqua c'è nel cielo? Quanta ancora ne puo' cadere prima che rispunti il sole? Aspetto pazientemente di scoprirlo.

Oggi ho fatto un po' di compere: un libro, una rivista, un paio di profumi(anche tre...), un pigiama nuovo, una bottiglia di Porto e una di Bonarda, più altre cianfrusaglie. Sono arrivata a casa infreddolita e bagnata, con la sensazione di sporco sulla pelle, che mi lascia sempre l'essere stata in un posto sovraffollato. O forse era una scusa per provare qualche nuovo acquisto, così in un battibaleno mi sono ritrovata nella vasca, a lume di candela, mancava solo la musica.

Stasera ceneremo con ravioli al sugo di stufato, assaggerò la Bonarda, ma eviterò il dolce, perchè dopo tanti vizi, occorre un po' di morigeratezza!

sabato 25 aprile 2009

Donna addormentata-Jan Vermeer


Ho freddo, sonno e non mi sento bene, desidero solo dormire, dormire profondamente, senza sognare cucciolate di cani subacquee, barche, paludi e altre assurdità.

venerdì 24 aprile 2009

Lettore fisso!?!


L'ho sempre detto io: la televisione fa male! Questo non mi impedisce di accenderla e prestare attenzione a programmi dai contenuti discutibili. Oggi nell'ordine mi sono vista: un'intera trasmissione incentrata su una cinquantenne che cercava la madre naturale e uno spazio piuttosto ampio,(e come poteva essere altrimenti visto l'argomento?) dedicato alla lotta all'obesità, in un "contenitore" pomeridiano...Ho dovuto stare a mollo mezz'ora nella vasca, per togliermi di dosso la sensazione che il destino volesse mandarmi dei segnali, neanche troppo subliminali!

Scopro oggi con stupore di avere un lettore fisso, che dire? Ringrazio dell'attenzione, anche se quella sagoma anonima nell'avatar mi mette un poco di inquietudine. In realtà ho un altro lettore...mio marito, lui ritiene che ciò che scrivo, sia solo un enorme cumulo di stupidaggini, ora, lungi dal voler dare il benchè minimo valore alle mie parole, la domanda che mi sorge spontanea è: perchè mi leggi?
Gli uomini sono creature bizzarre.

Stasera esco


Stasera mi aspetta una cena con gli amici, devo preparare il mio pupazzo parlante, cambiargli il vestitino, fargli imparare qualche nuovo numero e sperare che il sorriso di circostanza regga fino alla fine della serata.

Oggi, non so perchè, cerco di tenermi a distanza di sicurezza dalla cucina, i fornelli, che fino a ieri mi guardavano benevoli, da stamane mi fissano ostili, hanno a malapena tollerato che mi preparassi il caffelatte per la colazione...credo che organizzerò un pranzo freddo: dell'insalata, qualche salume e del formaggio, pane croccante e vino. In fondo non è poi così male.

Stamattina l'autista dell'autobus credeva di essere Felipe Massa, non ho nulla contro i voli di fantasia, piccoli aggiustamenti alla realtà quotidiana, ci aiutano a superare la monotonia, ma, sarebbe stato più divertente, se l'omino in divisa blu avesse creduto di pilotare l'Apollo 13.

giovedì 23 aprile 2009