martedì 5 aprile 2011

Innamorata della vita

Lo so... non dire niente, potrei inventare una scusa e offendere la tua intelligenza, non passo di qua da troppo tempo, ma... mi sono innamorata.
Di chi? Di cosa?


Quelle poltrone giallo ocra le conosco troppo bene, hanno tutte il poggiatesta consumato, come se ogni degente ci avesse messo del suo per lasciare un'impronta indelebile del proprio passaggio, a volte l'ultimo su questa terra.
Le seggioline di plastica gialla, accostate alle poltrone, sono anche più tristi, quando sono vuote, raccontano assenze, e quando accolgono un grumo umano di dolore, rimangono mute, si rifiutano di raccontare ciò che raccolgono in quelle ore; nessuno potrebbe sopportare tanto.

Il cane dorme sulla pietra calda del primo scalino, al terzo, i padroni di casa, hanno fissato un cancelletto di legno, per evitare che il cane salga e frigni dietro la porta chiusa, graffiandola per farsi aprire. Il cane di tanto in tanto abbaia, per dare fastidio, anche a se stesso, per sentirsi cane, per distinguersi da quel gradino caldo dove dorme le sue ore.

Ora vado, poi torno, chissà?