giovedì 30 aprile 2009

St. Barista-Paul Schulenburg


Da quanto tempo stava li, a fissarla, mentre si muoveva leggera dietro il bancone del bar?
Lei sorrideva ai clienti, preparava caffè, mesceva bibite e liquori, scambiava qualche parola e continuava a sorridere, anche nei rari momenti in cui il locale era vuoto. Il suo non era un sorriso vuoto, di circostanza, era piuttosto l'espressione beata di chi sta facendo il lavoro per cui è nato, lei era nata per fare la barista.
Faceva freddo per essere aprile, ci pensò, infilando le mani gelate nelle tasche del giubbotto. Per quanto ancora si sarebbe fermato a guardarla, prima che lei lo notasse e incominciassa ad agitarsi? Non era preoccupato, non avrebbero potuto dirgli niente, non stava facendo nulla di male: era fermo sul marciapiede, di fronte alla vetrina di un bar, il marciapiede era abbastanza ampio, la sua presenza non ostruiva il passaggio e non disturbava i clienti, che neanche ci facevano caso. Ma lui non la voleva spaventare, per via del suo aspetto, non che fosse particolarmente brutto, questo no, ma era scuro, poco pulito, indossava gli stessi abiti da settimane. Certo avrebbe potuto lavarsi e chiedere a sua madre dei vestiti puliti, era quello che si riprometteva ogni volta; ma quando rietrava a casa la sera, era troppo stanco per pensare di farsi una doccia e la madre troppo ubriaca, per aver provveduto al bucato. Il pensiero della madre gli procurò un brivido di ribrezzo. Si vergognava di sua madre, delle condizioni in cui vivevano e anche di se stesso, che non era riuscito a cambiare vita e seguiva lo stesso destino dei suoi genitori. Ma che cazzo! Non era colpa sua, quando uno ci nasce sfigato...
E poi mosse un poco la mano destra, affondandola nella tasca, oltre il buco nella fodera. E tastò il coltello. Eccolo, stava li al sicuro, al buio, dove nessuno poteva vederlo. Gli dava sicurezza, anche se, in caso di bisogno, non sarebbe stato semplice estrarlo dalla fodera, camminando, avrebbe potuto spostarsi senza che lui se ne accorgesse. Doveva dire alla vecchia di riparare la tasca.
Nel frattempo la ragazza era sparita nel retro, ne uscì dopo qualche istante, reggendo secchio e spazzolone, si avvicinava l'orario di chiusura, doveva darsi da fare con le pulizie. Quanto gli sarebbe piaciuto fermarsi a guardarla, mentre lavava il pavimento, ma ormai in giro non c'era più nessuno, avrebbe dato troppo nell'occhio. Così incassò la testa tra le spalle, tirò su col naso e si avviò verso casa.

Cartoon


Nel mondo dei cartoni animati tutto è possibile, il malcapitato di turno esce dalle situazioni più cruente un po' ammaccato, ma salvo. Guardi, ridi e te ne dimentichi, sarà così anche per i bambini? Soprattutto per quei bambini i cui genitori hanno trovato nella televisione una tata a buon mercato? Non lo so.

Odio i notiziari, tutti, cos'è il giornalismo? Qualcuno me lo spieghi per favore.
Qualcuno mi spieghi il compiacimento di fronte alla catastrofe, le cassandre che predicono, anzi invocano, epidemie e carestie, come fossero gli auguri di Natale, da mandare un po' a tutti, che non si offenda nessuno. Ho spiato più di un'espressione delusa tra gli speaker dei telegiornali, alla notizia che in Italia non è ancora arrivata l'influenza suina. Ricordo con orrore le stragi di polli nelle aie delle cascine, forse abbiamo bisogno di qualche vittima sacrificale e non vediamo l'ora che si scateni una nuova pestilenza, vera o presunta, per accattivarci la benevolenza del divino, di cui abbiamo meritato il castigo.
Siamo convinti di stare in un cartone animato?

mercoledì 29 aprile 2009

Primavera in cucina


Non me ne volere se a un mazzo di fiori, preferisco un fascio di erbe aromatiche, magari con qualche spiga di lavanda, della malva e del gelsomino, che, si, sono fiori, ma non li lascerò morire in un vaso, li userò per preparare qualcosa di buono.
Mi piace tanto cucinare con i fiori, soprattutto i dolci, ma anche allestire una semplice insalata, per deliziare tutti i sensi e portare a tavola la bellezza della natura.
Non mi piacciono le decorazioni elaborate, nonostante il mio avatar sia un bentobox alquanto zoomorfo, preferisco la grazia semplice e rotonda di una foglia di valeriana, o quella pungente della rucola, la sontuosità senza ostentazione di una teglia di lasagne al forno o la cremosità pudica di un semolino cotto nel brodo di pollo.

Nel forno sta cuocendo una strana crostata di mele. La base è di farina autolievitante, zucchero, burro e un poco di acqua calda, sopra le mele a fettine sottili, cosparse di zucchero e fiori secchi di lavanda, è pronta in mezz'ora, più un minuto sotto il grill, per caramellare lo zucchero.

Milano o cara!


Ogni volta che il treno imboccava il tunnel della stazione Centrale, per me era come tornare a casa, scendevo in preda a una dolce frenesia, quasi volavo verso il parcheggio dei taxi, anche se spesso mi concedevo una lunga passeggiata fino alla casa degli zii. Loro vivevano in una vecchia casa di ringhiera, popolata da personaggi fantastici, quasi mitologici, che parevano usciti da un libro di Daniel Pennac, non avrei potuto desiderare di meglio.
Mia zia mi accoglieva con un gran cabaret di dolci, che aveva preparato all'alba, mi chiedeva se avevo fatto colazione e, senza ascoltare la risposta, correva nel cucinino a prepararmi un tazzone di caffelatte. Ci riunivamo intorno al tavolo, per scambiarci le prime notizie: come era andato il viaggio, il treno era in orario, come stavano i miei...intanto io mangiavo quelle delizie, per nulla imbarazzata dal fatto che fossi l'unica a rimpinzarmi, anche se lo zio ogni tanto rubacchiava un dolcetto, facendomi l'occhiolino.
Esauriti i convenevoli e anche buona parte dei dolci, passavo il resto della giornata con mia cugina, dovevamo aggiornarci sulla scuola, i ragazzi e lo shopping e inventarci nuove avventure, per il periodo in cui mi sarei fermata da lei. Se era estate passavamo i pomeriggi in piscina, una piccola vasca sovraffolata, a due passi da casa, li l'acqua era sempre gelida, anche in agosto, ma chi ci faceva caso all'epoca? In inverno invece pattugliavamo il centro: San Babila, piazza Duomo, la Galleria, la Scala... Guardavamo le vetrine fino a farci dolere gli occhi, con la bramosia disperata di chi sa che non si potrà mai permettere nulla di tutto quel ben di Dio. Eppure non eravamo infelici, gioivamo di ben altre gioie, compresa quella di avere un futuro davanti e infinite possibilità.
Ora gli zii non ci sono più, la casa è stata venduta, il futuro diventa passato a una velocità insostenibile e le possibilità si assottigliano senza sosta, però ho la grande consolazione di aver vissuto quel periodo e di conservarne memoria.

martedì 28 aprile 2009

La zuppa calda non fa i miracoli e un dipinto di Janet Hill



Ho una fame tremenda, oggi, presa da un paio di impegni noiosi, ho dimenticato di fare merenda e adesso, nonostante la zuppa di melanzane, ho ancora appetito. Credo proprio che stasera cederò alla tentazione di bicchiere di latte caldo, miele di lavanda e un paio di biscottini al cioccolato, magari riuscirò ad addolcire gli incubi feroci, che ogni notte mi aspettano al confine del sonno.
Secondo me gli incubi sono brutti, ma non sono cattivi, se riuscissi a non fermarmi alle apparenze, forse scoprirei che sono amici, che tentano di comunicarmi qualcosa di importante, che nella veglia mi sfugge.
Mi sfuggono un sacco di cose, per distrazione, superficialità, mancanza di memoria, a volte le riacciuffo al volo, ma più spesso vanno irrimediabilmente perse.

Buona notte.

Angst Essen Seele Auf. Essere felici non è sempre un piacere...


Questo post vuole essere un omaggio a Rainer Werner Fassbinder e al tempo stesso un omaggio alla mia gioventù, scivolata via, non si sa come, tra i fotogrammi dei suoi film e il vento e gli umori del porto di Genova.
Recentemente sono stata paragonata a una bolla di sapone, credo che l'immagine mi si addica, anche se non penso di possederne la trasparenza, ma la fragilità e la leggerezza senz'altro.

Ciò che non dovrebbe mai accadere è accaduto, ho permesso alla paura di dominarmi, non ho fatto attenzione e il vento ha portato un piccolo seme nel mio giardino. Il seme della paura è resistente, può dimorare sotto uno strato di terra, senza acqua ne luce, per molto tempo, e alla prima occasione propizia infestare tutto il terreno, senza che si possa fare nulla di veramente efficace per liberarsene.

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Stanotte ho sognato di trovarmi in compagnia di amici in un seminterrato, quando, a un certo punto, abbiamo percepito una violenta scossa di terremoto e siamo dovuti fuggire. Con noi c'erano dei bambini, cercavamo di mantenere la calma per non spaventarli.
Il terremoto l'ho vissuto anni fa, una scossa non violentissima, ma sufficiente a sollevare il pavimento sotto i piedi e a crepare l'intonaco in tutto l'appartamento, alcune abitazioni del centro storico sono state sgomberate e gli abitanti trasferiti in una casa popolare, dove tuttora risiedono.
Stamane riflettevo su quanto rende la mia vita vivibile: la musica, in miei libri, la televisione e perfino i miei adorati belletti, tutte frivolezze, che in un istante posso essere spazzate via, sepolte sotto i calcinacci. Non riuscivo nemmeno a pensare a quelle vite recise dalla violenza della natura e dall'incuria e la cupidigia dell'uomo, no, lo ammetto, a loro non ho pensato, non ce l'ho fatta; è stato più semplice per me, pensare a quelle povere cose distrutte, abbandonate sotto alla polvere, irrecuperabili e misere, alla gioia che avevano donato a chi, magari per poco, le aveva possedute.
Il titolo del post è il numero attraverso il quale è possibile effettuare donazioni per i terremotati d'Abruzzo, sia da telefonia fissa(due euro) che da mobile(un euro); non potendo contare su uno stuolo di lettori, lo ritengo comunque un valido promemoria.
Perchè sia restituita al più presto ai sopravvissuti la dignità di una casa da riempire di vita.

lunedì 27 aprile 2009

Tsunami


Stavo seduta da ore, avevo i muscoli indolenziti, ero diventata una statua di carne, avrei voluto sciogliere quella tensione tremenda, quanto avrei voluto...
Nel reparto c'era rumore, l'andirivieni delle infermiere, i rapidi voli rasoterra dei medici, lo sferragliare dei carrelli degli inservienti, il lamento regolare di una vecchia nella stanza accanto, i campanelli delle camere, lo squillo dei telefoni, il brusio degli accompagnatori. Pezzi di frasi, captati senza parere, parole che volevano essere rassicuranti, racconti di quotidianità protetta, l'ira repressa, lo spavento, la morte.
Da tutto questo non sono riuscita a proteggerti, perchè volevi bere fino in fondo l'amaro calice, chi mi potrà perdonare?
Poi un'infermiera è uscita, scandendo il tuo cognome, ci siamo riscosse, tra il sollievo della fine dell'attesa e lo sgomento per la sentenza che di li a poco sarebbe stata pronunciata. Le mie gambe irrigidite si riufiutavano di muoversi, mentre tu quasi correvi verso l'ambulatorio, trovai insensata quella fretta.
Non voglio parlare di ciò che accadde dopo, ancora non me la sento, non posso, anche se è una storia che mi racconto tutte le sere, prima di dormire, scriverlo la renderebbe più tangibile, forse ancor di più di quando questi fatti si svolsero nella realtà, arrivando come un'onda di tsunami a distruggere le nostre vite.

Le parapluie


Le giornate di pioggia si susseguono, confondendo i ricordi, in un'unica corsa tra pozzanghere sempre più grandi e capelli zuppi d'acqua da asciugare, appena entrati in casa.
Poca luce e se non fosse per il verde sfacciato delle piante, si direbbe un autunno piovoso.
Chissà perchè sento la necessità di parlare del tempo, come a voler aggiornare un ipotetico lettore sulle condizioni meteo della mia città, mah...
In genere si parla del tempo per rompere il ghiaccio, per uscire da un silenzio imbarazzante o per offrire uno spunto a una persona troppo timida.
Un altro argomento che tratto volentieri è il cibo, ne parlo più di quanto ne cucini e meno di quanto ne consumi, perciò mi guardo bene dall'aprire un blog food, mentre ne leggo assiduamente alcuni, pregevoli per i contenuti, che spaziano oltre la mera trascrizione di ricette e, spesso, hanno un corredo fotografico di tutto rispetto.
Sono quasi le undici, fra poco mi dovrò mettere ai fornelli, per inventarmi qualcosa di commestibile, preferibilmente non letale e con un sapore che non ricordi l'acqua delle pozzanghere, che anche oggi ho evitato con maestria, zigzagando con agilità insperata.
Plog!

domenica 26 aprile 2009

In vino veritas


Ho sempre considerato Angel di Thierry Mugler un profumo squisito, ma dozzinale, a causa dell'inflazione di effluvi emanati in suo onore, da pelli non troppo adatte. Ogni pelle "risponde" a un profumo in maniera diversa, non lo sto dicendo io, i "nasi" più qualificati lo dicono, dunque...di cosa stiamo parlando?

Ogni volta che inizio un nuovo post ho in mente un argomento, ma la tentazione di andare fuori tema è talmente forte, che cerco di esorcizzarla nelle prime righe, perciò, addio Angel, di cui, per altro, profumo in questo momento. In realtà mi piacerebbe scrivere di uno degli scopi di questo blog e lo faccio in compagnia di un bicchierino di Porto tawny, in attesa di potermi permettere un vintage.
Credo che ogni blog abbia uno scopo, anzi molteplici scopi, alcuni noti, altri destinati a nuotare sotto il pelo dell'acqua, o nelle profondità abissali del subconscio dell'autore. Uno dei miei scopi è conservare memoria di questi giorni che sto vivendo, nell'apparente apatia di una depressione post-lutto. Immagino si tratti di una fase di transizione, un lungo ed accidentato percorso sull'argine del mio personale Acheronte, alla disperata ricerca di un guado. Già, cerco un guado e non un traghettatore, semplicemente perchè i medici mi fanno paura, non mi fido di chi immerge le mani nei visceri delle persone o, peggio, nella psiche.
Un altro scopo di questo blog potrebbe essere: trovare le risposte. Non ricordo più in quale film, ma tenderei ad escludere Karate Kid e Il Nome della Rosa, ho sentito questa frase:-Le risposte che cerchi sono in te- Bah! Però vale la pena provare, se non altro per rileggere le castronerie che mi frullavano per la testa in questo momento, quando sarò un'aziana bisbetica e tiranna.
E spero proprio di poterla diventare una odiosa vegliarda mezzo rimbambita, che trova pace solo guardando i giovanotti, col suo bicchierino di Porto di quinta unica.

Riflessioni davanti al frigorifero


Quanta acqua c'è nel cielo? Quanta ancora ne puo' cadere prima che rispunti il sole? Aspetto pazientemente di scoprirlo.

Oggi ho fatto un po' di compere: un libro, una rivista, un paio di profumi(anche tre...), un pigiama nuovo, una bottiglia di Porto e una di Bonarda, più altre cianfrusaglie. Sono arrivata a casa infreddolita e bagnata, con la sensazione di sporco sulla pelle, che mi lascia sempre l'essere stata in un posto sovraffollato. O forse era una scusa per provare qualche nuovo acquisto, così in un battibaleno mi sono ritrovata nella vasca, a lume di candela, mancava solo la musica.

Stasera ceneremo con ravioli al sugo di stufato, assaggerò la Bonarda, ma eviterò il dolce, perchè dopo tanti vizi, occorre un po' di morigeratezza!

sabato 25 aprile 2009

Donna addormentata-Jan Vermeer


Ho freddo, sonno e non mi sento bene, desidero solo dormire, dormire profondamente, senza sognare cucciolate di cani subacquee, barche, paludi e altre assurdità.

venerdì 24 aprile 2009

Lettore fisso!?!


L'ho sempre detto io: la televisione fa male! Questo non mi impedisce di accenderla e prestare attenzione a programmi dai contenuti discutibili. Oggi nell'ordine mi sono vista: un'intera trasmissione incentrata su una cinquantenne che cercava la madre naturale e uno spazio piuttosto ampio,(e come poteva essere altrimenti visto l'argomento?) dedicato alla lotta all'obesità, in un "contenitore" pomeridiano...Ho dovuto stare a mollo mezz'ora nella vasca, per togliermi di dosso la sensazione che il destino volesse mandarmi dei segnali, neanche troppo subliminali!

Scopro oggi con stupore di avere un lettore fisso, che dire? Ringrazio dell'attenzione, anche se quella sagoma anonima nell'avatar mi mette un poco di inquietudine. In realtà ho un altro lettore...mio marito, lui ritiene che ciò che scrivo, sia solo un enorme cumulo di stupidaggini, ora, lungi dal voler dare il benchè minimo valore alle mie parole, la domanda che mi sorge spontanea è: perchè mi leggi?
Gli uomini sono creature bizzarre.

Stasera esco


Stasera mi aspetta una cena con gli amici, devo preparare il mio pupazzo parlante, cambiargli il vestitino, fargli imparare qualche nuovo numero e sperare che il sorriso di circostanza regga fino alla fine della serata.

Oggi, non so perchè, cerco di tenermi a distanza di sicurezza dalla cucina, i fornelli, che fino a ieri mi guardavano benevoli, da stamane mi fissano ostili, hanno a malapena tollerato che mi preparassi il caffelatte per la colazione...credo che organizzerò un pranzo freddo: dell'insalata, qualche salume e del formaggio, pane croccante e vino. In fondo non è poi così male.

Stamattina l'autista dell'autobus credeva di essere Felipe Massa, non ho nulla contro i voli di fantasia, piccoli aggiustamenti alla realtà quotidiana, ci aiutano a superare la monotonia, ma, sarebbe stato più divertente, se l'omino in divisa blu avesse creduto di pilotare l'Apollo 13.

giovedì 23 aprile 2009

Casina blu-Kobi Wiesendanger


Buona notte

Il vero peccato è la privazione


Questa vita non è fatta per chi non sa apprezzare la danza senza scopo del pulviscolo illuminato dal sole delle sei del pomeriggio.
Non è degno dei suoi giorni chi, sformando una tarte tatin, non trova il modo di leccarsi le dita.
A che valgono i respiri di chi, passando per il viale dei tigli in giugno, non cerca di far entrare nei polmoni la maggior quantità possibile di aria, fino a inebriarsi del profumo dei fiori, resi languidi dal sole?

Lo stufato con le verdure al forno si è rivelato una delizia, peccato non aver ceduto alla tentazione di preparare una torta!

Quel che si cucina e ciò che si pensa


In cortile il vento ha il suo bel da fare a giocare con i piccioni, che, ebbri di gioia, disegnano spirali sempre più ampie, sfiorando tende e finestre; i bambini gridano, -Chiamano l'acqua- dicevano i vecchi, è probabile che stasera pioverà. Sul fornello brontola sommesso lo stufato, semplice semplice: olio, aglio, un goccio di vino rosso. Nel forno trovano il loro inferno le verdure, ancora coperte dalla stagnola, le faro' sbruciacchiare solo a fine cottura. Intanto pregusto il piacere di continuare il giallo che ho iniziato da poco, non credevo di riuscire ad appassionarmi, per la verità non sono ancora del tutto assorbita dalle atmosfere di Anne Holt, ho ancora impresso nella memoria l'ultimo di Fred Vargas, ed essendo follemente innamorata di Jean Baptiste Adamsberg,stortignaccolo francese dei Pirenei, non credo cederò facilmente alle lusinghe del vichingo Stubo.
Continuo a pensare che la compagnia dei miei simili non mi si addica, ma l'impressione crescente di una sterile solitudine, mi insinua dubbi, affilati e taglienti, che pure nulla possono contro il granitico rifiuto di ogni contatto umano. Avrei fatto meglio a reincarnarmi in una pianta, una flessuosa betulla, che danza in un giardino segreto o, perchè no, una piccola palma in vaso in un angolo di un riad a Marrakech.
Vado a sorvegliare lo stufato, nel caso venga sopraffatto dalla noia e si stufi troppo, lo distrarrò con del brodo caldo.

mercoledì 22 aprile 2009

Giuditta e Oloferne-Caravaggio


Sono convinta che ogni essere umano dotato di libero arbitrio, sia artefice della sua prigionia. Mattone dopo mattone, innalza muri di difesa, di disprezzo, di isolamento e, quando si accorge di non avere progettato neanche un uscita, è troppo tardi, morirà murato vivo.

Nel pomeriggio ho fatto un sonnellino, dal quale fatico ancora a riprendermi, forse una crepe al cioccolato potrebbe aiutare, forse...
Per la serata ho in programma di leggere un buon libro, ma si sa, i miei programmi hanno la tendenza a rimanere pii desideri.

martedì 21 aprile 2009

Imprisoned Spring-Arthur Hacker


Splende il sole sulla città, mentre il cervello si affolla di cose da fare, forse per scacciare via l'impressione funesta di un brutto sogno...

L'entusiasmo per il nuovo blog comincia a languire, mi sono sorpresa a pensare che sarebbe bello leggere qualche commento, di tanto in tanto.
Si sono incoerente e contraddittoria, ho chiuso il precedente, proprio perchè non ero più in grado di gestire i rapporti che si erano creati con chi mi commentava e ora frigno perchè nessuno mi legge. Il fatto è che sono molto sola e , per quanto abbia scelto io questa condizione, mi pesa non avere il conforto di qualcuno che si sforzi un poco di comprendermi. Mi isolo per risparmiarmi la delusione, ma in questo modo, mi infliggo solo altre sofferenze...come se ne esce?
E con questo dubbio amletico vado a stirare.

Spring in the Gardens of the Villa Borghese-Lawrence Alma-Tadema


Primavera anomala? Ma no, ma no, la primavera è per sua natura pazzerella e mutevole, nella stessa giornata regala pioggia, vento e sole in rapida successione, tanto che sembra di vivere più giornate nell'arco delle dodoci ore di luce. E' la stagione della rinascita, della tenerezza, della sonnolenza e della...prova costume! Io ho rinunciato da tempo a questo supplizio, senza nessun rimpianto, visto che detesto con tutte le mie forze prendere il sole, le spiagge affollate e il mare inquinato.


lunedì 20 aprile 2009

Cat in the kitchen bottling fruit-Dianne Connolly


Apprezzerei con tutto il cuore un pomeriggio con un'amica, a cuocere confettura di fragole. Sarei felice di offrirle il mitico infuso alla rosa, accompagnato dagli indimenticati biscottini ai fiori di lavanda, per poi precipitare in un sonnellino, cullato dal fischio del merlo.

Invece devo ancora stendere il bucato, lavare i piatti e convincere mio marito del fatto che non ho nessuna voglia di vedermi l'ennesimo film di guerra...

In ogni caso...amo la vita!

Lunedì del cavolo


Iniziare la settimana cucinando cavolfiore in umido e polenta taragna non è glamorous, speriamo sia almeno di buon auspicio! Ma non credo...visto che dopo dieci minuti mi sono ustionata un dito con la polenta bollente, la colpa è solo mia che sono maldestra; quando ho aperto il frigo, per prendere il formaggio, che avrei usato da condimento della polenta, ho rovesciato un intero bicchiere di caffè, messo li senza protezioni adeguate, dal capo folletto in persona, il più dispettoso di tutti! Va bene era da qualche giorno che meditavo di pulire il frigo, e l'incidente ha creato l'occasione, se no avrei rischiato di rimandare all'infinito, però... Ora sono a casa, curiosa di vedere quale altro piccolo disastro domestico riuscirò a realizzare, nel caso aggiornerò più tardi.
Buon inizio settimana!

domenica 19 aprile 2009

Che arrivi domani


La notte arriva sgocciolando, poche e frettolose le macchine, nessuno a piedi, tutti, dietro i tergicristalli, hanno l'aria scontenta di fine week end.
Reduce da un bagno caldo, pregusto il piacere della lettura e aspetto paziente che arrivi domani...

Brrrrrrrrrrrrrrrrrrrr


Freddo, freddo, freddo! Il mare l'ho visto da lontano, il cibo cinese non l'ho neanche fiutato, non ho trovato niente di piccolo, grazioso e profumato da comprare, ma non sono delusa!
Ho mangiato le lasagne, ho comprato un libro di Anne Holt e ho trovato da Sephora il mitico starter kit di Bare Minerals, peccato che ci fosse rimasto solo il medium, troppo scuro, pare stiano aspettando il riassortimento, e aspettiamo... Ah! Ho toccato il kabuki di Make up forever, bellissimo, quasi quanto quello di Too Faced, ho provato una quantità di profumi e profumini, Narciso Rodriguez for her rimane in pole position.

Non mi resta che sorseggiare l'infuso alla rosa, il mio preferito.

sabato 18 aprile 2009

Rebecca Dautremer


La notte scende, tutte le sere, che io lo voglia o no, tanto vale farmi un bagno caldo e sperare che il sonno arrivi nel momento esatto in cui i pensieri si fanno più densi.
Domani andro' al mare, mangero' cinese e comprero' qualcosa di piccolo e grazioso, qualcosa di profumato e qualcosa da leggere...questi i miei progetti a breve termine.
Buona notte.

Dal diario segreto di un vulcaniano sulla terra


Curiose creature le femmine umane, il cui corpo è una perfetta macchina da riproduzione, il loro sistema endocrino produce ormoni capaci di modificare i loro comportamenti, al punto di essere capaci di sopportare i più terribili patimenti e arrivare fino a sacrificare se stesse, pur di riuscire a riprodursi...

Giorgia ha quasi due anni, cammina spedita sulle sue gambotte divaricate, il che le dà un'andatura dondolante piuttosto "ridicola", che gli esseri umani adulti trovano "tenera". Giorgia è in compagnia della madre e dei due nonni materni, ma in questo momento nessuno bada a lei, che pure piange!
L'uomo piange per manifestare diverse emozioni: dolore, gioia, paura... in genere il pianto attira l'attenzione, lo imparano presto i piccoli umani e ne fanno ampiamente uso a tale scopo(li chiamano "capricci").
Ad ogni modo Giorgia piange e si dirige velocemente verso le porte automatiche del supermercato, tali porte si aprono in un unico brusco movimento verso l'esterno, se la bambina non cambia direzione, fra pochi secondi il suo viso sarà colpito dalla porta, che sta per aprirsi per far uscire un visitatore. Grazie a cio' che gli umani chiamano "fortuna", il visitatore in questione sono io e nel momento stesso in cui parte il movimento automatico, trattengo la porta.
Se fossi in grado di provare emozioni, in questo momento sarei "irritato" per la sbadataggine degli umani adulti che avevano il compito di occuparsi di Giorgia.

Petit


Una delle cose che amo di più di questo pianeta sono i colori.

The soul of the rose-John William Waterhouse


Questo pomeriggio invito al tè...il tema è la rosa, inutile dire che la casa profuma come un roseto sotto i tiepidi raggi del sole di maggio. Eppure piove, sembra una giornata ottobrina, niente cinguettio di uccelletti, niente ronzio di apine operose e l'inconfondibile desiderio di stare sotto le coperte, in attesa di pomeriggi più miti e luminosi.
Ho una voglia tremenda di comprarmi un buon libro, oggi ho estratto da uno scaffale Le campane di Bicetre di Simenon, la seconda volta in due giorni e ancora non l'ho preso! Non è poi così strano, io i libri non li leggo, intrattengo con loro delle relazioni amorose: sguardi fuggevoli, toccatine lievi, contatti più decisi, si susseguono per qualche tempo, come un estenuante corteggiamento, finchè, irreparabilmente sedotta, non lo agguanto e lo porto via. Beh prima passo dalla cassa, naturalmente, anche se mi piacerebbe essere una "ladra di libri".
Piccola delusione: stasera avrei voluto fare la pizza, quella con la mozzarella di bufala e il pomodorino, ma maritino ha deciso che vuole un panino al prosciutto, forse sta attraversando una fase bukowskiana, pittosto anomala in effetti, essendo lui astemio.

venerdì 17 aprile 2009

Le regole della casa del libro


I criteri di scelta di un libro sono vari. C'è chi si affida al consiglio degli amici, alle recensioni, al nome dell'autore, alla suggestione del titolo o dell'immagine di copertina, chi preferisce leggere qualcosa prima, chi guarda il film e poi compra il libro, chi prende il libro prima di andare al cinema...E poi ci sono quelli che hanno come unico criterio di scelta lo spessore del volume, ma non solo, anche l'altezza ha la sua importanza e il colore del dorso della copertina, che si deve armonizzare con gli altri nella libreria. Mi è capitato di comprare un libro d'arte e il commesso mi ha assicurato che avrebbe fatto un figurone sul tavolino del salotto; io non ho un tavolino, pensandoci bene...non ho neanche un salotto, ho un divanetto a due posti in tinello, vale?
E' opinione diffusa che la gente legga poco, colpa della televisione, di internet, della mancanza di tempo, dei troppi impegni, dello stress...è mia opinione, che, di questi tempi, pochi abbiano voglia di prendersi le proprie responsabilità, anche delle scelte più banali, ci spremiamo le meningi alla ricerca di un'entità astratta sulla quale scaricare rimorsi e rimpianti, questa è la nostra attività intellettuale più sofisticata.
Mi è sempre piaciuto leggere, come mi piace mangiare, dormire e stare nell'acqua, non sono mica meriti, è solo una questione di gusti e allora perchè non ammettere che la sola vista dell'insegna di una libreria ci fa sbadigliare? Adoro le persone che mi dicono:-Odio leggere- perchè spesso hanno cose più interessanti e gratificanti da fare, che Dio le benedica. Chi cerca scuse, chi si giustifica, evidentemente non ha nessuna passione e trascina la sua esistenza a soddisfare le prime necessità e a circondarsi di oggetti inutili, che procurano loro solo noia.

Double good taste-Michael Naples


Stasera fa freschino, ho ripreso la giacchetta di pile, quella color lavanda, la mia preferita. Che peccato vivere in una brutta cittadina, farei volentieri una passeggiata lungo un fiume o in un bel parco pieno di alberi e uccellini cantanti, invece qui da me non c'è niente. Un niente fatto di cemento, traffico e facce poco rassicuranti, che ti fanno chiudere in casa poco prima del tramonto, alla faccia del politically correct e in barba al rifiuto dei pregiudizi. E' la cronaca che decide per noi.
A cena: tè caldo, fette biscottate e miele di lavanda, pare un desinare da pensionati al venti del mese, in effetti oggi è venerdì diciassette e le nostre speranze di vedere un giorno un assegno dell'INPS si assottigliano come i nostri risparmi.
Be positive, enjoy your life!

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Cosa serve in fondo per sopravvivere? Il cibo, l'acqua, la luce e il riposo e poi? La serenità, la luce di una candela, il profumo di un fiore e poi?
E poi l'amore, senza amore l'essere umano avvizzisce, come una pianta dimenticata in una casa vuota, durante un trasloco.
Tutti noi ci sentiamo prima o poi come quella pianta, coperti dalla polvere dell'oblio, attendiamo, senza troppa speranza, amorevoli mani che ci diano le cure necessarie per recuperare la nostra dignità di esseri viventi.
L'amore è la vita, l'amore è tanto potente, che basta anche solo la speranza di avvicinarlo per farci andare avanti un giorno dopo l'altro.
Perchè parlo d'amore non lo so, forse perchè nella mia vita ne ho avuto poco, me lo sono fatto bastare, ma io detesto la miseria e di tutte le cose che mi giovano, amo averne in abbondanza.
Capita pero', che si passi per questa terra con in mano un misero sacchetto di briciole, di cui essere comunque grati.

giovedì 16 aprile 2009

La colazione del mattino-Amedeo Bocchi


Chi di verde si veste di sua beltà si fida.
Mi piace cominciare la giornata con un proverbio, è come avere al tavolo della colazione un nonno saggio che ti dà la sua benedizione per la giornata.
Dopo la confusione dei giorni scorsi, oggi un po' di pace; che bel suono che ha la parola "pace", solo il pronunciarla ha un effetto sedativo.
Questo è il mio buongiorno.

La cena del presidente


Mi presento: sono il presidente, in quanto presiedo questo spazio gentilmente offertomi dal destino. Una rapida occhiata ai caratteri sessuali, mi relega, senza troppa soddisfazione, nel genere femminile. No, non vorrei essere un uomo, pensavo più a un essere asessuato, una sorta di angelo o demone, meglio entrambi, a targhe alterne, perchè la vita eterna è incredibilmente lunga, meglio giocare più ruoli. In ogni caso sono donna, tanta donna, a volte troppa e in un'età in cui i possibili datori di lavoro, temono sempre meno possibili gravidanze, ma ti schifano ugualmente, perchè non è carino avere in ufficio una tipa in pre-menopausa. Sono sposata, pare una minaccia, ma è così, io porto la gonna, mio marito porta pazienza, il che vuol dire che in casa nostra nessuno vuole portare i pantaloni. Ah il colore dei caratteri me lo ha imposto lui, mi piace dargli l'impressione di essere una moglie ubbidiente.
Stasera a cena ho mangiato tonno e fagioli, direttamente dalla scatoletta, ho avuto l'impressione di mangiare cibo per gatti, se stanotte vomiterò bolo di pelo ne avrò la conferma, nel frattempo vado a farmi gli artigli sul divano.

Mélancholie et mystère d'une rue- Giorgio De Chirico


Quando perdiamo la nostra innocenza? Come avviene il passaggio? Si tratta di uno strappo brusco e doloroso, o è piuttosto un passaggio graduale ai diversi stadi di consapevolezza?
L'intuizione del male ce l'abbiamo molto presto, quando ancora le nostre gambette non sono in grado di portarci in nessun posto significativo e interessante, ma ancora conserviamo quel candore che ci porta a considerare il buono e il cattivo, in funzione delle nostre necessità primarie e non oltre. Capita che un giorno il male si manifesti nella sua veste più attraente, il male avrà il sapore della marmellata rubata dalla dispensa, mai stata così buona! Avrà il suono di quella parola proibita, di cui ci sfugge il significato, ma solo il pronunciarla ci fa sentire liberi. Ecco, perdiamo l'innocenza, quando scopriamo che per essere liberi dobbiamo perseguire il male (ma quale male?) e passiamo l'intera esistenza a mortificarci per i nostri desideri impuri.
Ora potrei aprire un capitolo su: Cattolicesimo e superstizione, ma preferisco andarmi a fare un tè caldo, perchè tutte queste elucubrazioni mi hanno messo sonno.
Plog.

mercoledì 15 aprile 2009

The habit of domesticity-Jeanine Le Claire.


Stasera ho voglia di ricordare tutti i posti dove non sono stata, tutte le situazioni che non ho vissuto, tutte le parole che non ho pronunciato, lo faccio spesso, uso la bacchetta magica della fantasia e m'invento una vita splendida, fatta di un nulla di solitudine e bellezza. Lo ammetto, e non mi pesa farlo, sono un'egoista, i piaceri della vita amo godermeli da sola, nel limite del possibile ovviamente. Ma la dolcezza di un tramonto, sorseggiando orzo bollente da una tazza enorme, le parole scritte e quelle cantate, quelle recitate, lo shopping, l'inverno, re delle stagioni...queste cose non le voglio condividere con nessuno, ho bisogno di esaltare il mio egocentrismo, se no muoio. Anche questo blog è un piacere solitario, non ho dato il link a nessuno, non serve a nulla, neanche a sfogarmi, come spesso capita. E già, perchè i blog sono anche cloache nelle quali versare il fiele e gli escrementi, di cui la vita ama ricoprirci, di tanto in tanto. Niente di male eh! Sempre meglio che picchiare la moglie, o imbottirsi di psicofarmaci, farsi di droghe e alcol per annaspare nella finzione, fingendoci inconsapevoli vittime del destino.
Plog! (espressione liberamente tratta dall'ultimo libro di Fred Vargas)

Happy cooking girl


Mi piaceva cucinare, mi dava soddisfazione sfornare torte e biscotti, lasagne e ravioli, poi come tutti gli amori travolgenti, anche il mio per la cucina è stato consumato da un fuoco troppo ardente. Ora mi limito al minimo sindacale, non senza un velo di tristezza e nostalgia. Ma cosa mi succede? In questo periodo elargisco addii come confetti a un matrimonio!
Speriamo che dopo la distruzione, mi rimanga un po' di energia per ricostruire, magari qualcosa di nuovo, mai visto, o sperato...

Detesto essere toccata dagli estranei e non solo, stare nella calca mi irrita, dover sentire gli odori degli altri, il contatto e la vicinanza alle altrui chiome e quelli che quando ti parlano, sentono il bisogno irrefrenabile di metterti quelle manine morte addosso...aaaaaaaaaaaaaaargh che schifo!
Non ho mai amato la vicinanza dei miei simili, neanche quella emotiva, alla fine della fiera si aspettano sempre qualcosa che non puoi dare, semplicemente perchè non ce l'hai e si incazzano pure! E gli amici? Ahahah gli amici! Quelli sono i peggiori, si profondono in dimostrazioni d'affetto, giurano eterna fedeltà, ma alla prima incomprensione tirano fuori tutto il fiele che hanno dentro. Mi è successo non più tardi di cinque minuti fa, persone che si sdilinquivano in complimenti e dimostrazioni di stima, che pare non vedessero l'ora di dare sfogo a un'aggressività ingiustificata e beota.
Fate fate, fate pure, usatemi pure come pretesto per sfogare le vostre frustrazioni, vi saro' più utile come "nemica", almeno avrete qualcuno da odiare, su cui sfogare i cattivi sentimenti che avete represso per tutto questo tempo. Da parte mia non ho rimpianti, ne rimorsi: cio' che ho potuto fare di buono per voi, l'ho fatto col cuore e cio' che vi ha ferito è stato fatto per proteggere qualcuno di voi, se non l'avete capito, non mi posso ritenere responsabile per la vostra superficialità.
Amen.

martedì 14 aprile 2009


Scende la notte sulla città, tutto diventa bello, affascinante e possibile; la realtà si confonde col sogno, odore zuccherino e polvere di desiderio si fanno palpabili, per chi vuole dalla vita qualcosa di più...o di meno...o...tanto è uguale. Auguro la buonanotte al mio bloghino, piccolo, innocente e indifeso; auguro la buonanotte a me, che sono una vecchia peccatrice con gli artigli sguainati.
Auguro la buonanotte al mio amore, che non leggerà mai queste parole, perchè già le conosce, tutte.

Le pulizie Pasquali si fanno rigorosamente dooopo!

Lavare i vetri aiuta a schiaririsi le idee, appendere tendine stirate e profumate migliora l'umore, non occorre essere psicologi esperti di space clearing per accorgersi che pulire di fino la casa aiuta a sentirsi meglio. Certo, è un metodo un po' faticoso, non del tutto privo di controindicazioni, tipo salire e scendere venti volte dalla seggiola, per staccare e riappendere le tende, non è il massimo per le articolazioni già compromesse dal sovrappeso. Se si soffre di tunnel carpale, anche il gesto che si compie per pulire le finestre è oltremodo doloroso. Pero' quando tutto è finito e in casa vostra c'è una luce nuova, vi sentite stanchi e soddisfatti, almeno finchè il primo malcapitato in famiglia non allunga una mano, possibilmente sporca di nutella, sulla preziosa stoffa inamidata! Ma la casa in ordine rasserena gli animi, e un gesto, che normalmente sarebbe costato la vita all'incauto palpeggiatore di tendine, diventa una simpatica sbadataggine di cui ridere insieme...o almeno spero!

Pasquetta

Se Pasqua dovrebbe essere il trionfo delle tinte pastello, degli abitini bon ton, della messa in piega laccata e del mal di piedi da scarpa nuova; Pasquetta dovrebbe offrire ben altri spunti modaioli. Da che mondo e mondo il lunedì di Pasqua è consacrato alla canottiera maschile, di cotone bianco, a costine, preferibilmente con ipertricotici pettorali a vista, panzone d'ordinanza e patacche d'unto, giustificate dalle attività principali della giornata: spiedo e barbecue.
Ma se uso il condizionale, è proprio perchè le mie aspettative sono state per l'ennesima volta deluse.
Tranne pochi nostalgici, intenti a impalare innocenti agnellini e a carbonizzare generosi tranci di bovino adulto, sul greto di qualche fiume, nel segreto di un bosco, o esposti al pubblico ludibrio sulla spiaggia; per il resto era tutto un pullulare di palestrati/e intenti/e a spalmarsi di unguenti abbronzanti, sulla pelle per altro già color cuoio invecchiato, grazie a una generosa razione di lampada. All'ora di pranzo, inutile sperare nelle tavolate di avvinazzati divoratori di avanzi unti e ipercalorici, nonchè dei suddetti animaletti innocenti, offerti in sacrificio al dio Epa, no no! Sono comparsi, come mostri alieni, piccoli contenitori monoporzione di insalata di riso, mica quella grondante maionese e altre schifezze indicibili, nooooo, macchè! Riso e tofu, riso e seitan, verdurine lesse e yogurt, centrifugati di frutta e verdura, che parevano vomiti... Ero tentata di allestire un banchetto con cilici e gatti a nove code, in modo da poter sostituire degnamente la partitella delle 13, quella in cui lo zio grasso sfiora tutti gli anni l'infarto, con un'ora di autoflagellazione e penitenza. Non ho osato buttare l'occhio sulle letture delle signore, temendo di dover registrare l'estinzione delle varie Novella...Eva...Svisto..., a favore di riviste di partito, Famigliole Cristiane e Riza psicosomatica, perchè si sa un po' di truzzo ci DEVE stare, mica vorremo passare per snob!
E io, che mi sono bollita in auto un numero imprecisato di chilometri, alla ricerca dell'unico centro commerciale (scrauso) aperto della provincia, mi sento la tamarra dell'anno, e ne vado fiera.

Pasqua


Ricordo che, fino a qualche anno fa, Pasqua era l'occasione per sfoggiare tailleurs e spolverini color pastello, le prime decolletè della stagione, le calze venti denari e le borsine bianche. Era il trionfo dei rosa confetto, degli azzurrini, dei verdini...le donne sembravano teneri fiori appena sbocciati, stucchevoli, è vero, ma tanto tenere. Da pochi anni a questa parte a Pasqua, che piova e faccia freddo, o che splenda un tiepido sole, vedo solo gente vestita di nero, di marrone, di grigio, qualche timido blu, da cui fa capolino una camicetta bianca, niente di più. E le scarpe? Delle scarpacce con la suola pesante, sempre più simili agli scarponi da trekking, tacchi assurdi quadrati, tozzi e calze da vene varicose, anche su gambe giovani e toniche, o peggio, calzerotti sgargianti...
E' vero, quest'anno mancava la voglia di festeggiare e quel grigiore poteva anche essere adeguato al lutto che portiamo nel cuore, anche se sono contraria al lutto in generale, non lo concepisco, per me è come perpetuare la morte all'infinito, mentre chi resta, dovrebbe vivere meglio che puo', proprio in onore di chi non c'è più. Semplice opinione personale.

sabato 11 aprile 2009

Ho lasciato delle persone, carissime persone, di cui sento una grande nostalgia, forse, non potendo fuggire dalla mia vita, sono fuggita da loro. So come andranno le cose, è un copione già letto. Spero solo di non aver fatto troppo male, restare sarebbe stato peggio.
Urca! Questo è...il quarto? Il quinto?

Santi numi

Ecco un nuovo blog, appena nato e già mi son rotta di scrivere.
Ho appena demolito, con i miei dentoni, la metà esatta di un uovo di Pasqua, sensi di colpa: zero... per ora.